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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra ogni anno il 25 novembre, pubblichiamo i dati del Focus di OpenPolis che fa un punto della situazione, anche in ambito normativo. In particolare, evidenzia che bisogna cambiare strategia per contrastare la violenza di genere.

In Italia 106 donne uccise nel 2023, 87 da familiari o ex partner. 5.452 le vittime di violenza. Nello specifico, costituiscono l’82% delle donne uccise complessivamente (106) e il 29% di tutti gli omicidi sia di uomini che di donne (295). Ciò dimostra che non è un fenomeno in calo: nel 2020 ci sono state 101 donne vittime di omicidi in ambito familiare/affettivo, nel 2021 ci sono state 105 e nel 2022 104.

Nel 2022 l’80% delle vittime di violenze sessuali, persecuzioni e maltrattamenti è donna. I reati spia comprendono atti persecutori (stalking), maltrattamenti contro familiari e conviventi e violenze sessuali. Sono manifestazioni della violenza di genere, di cui il femminicidio è il culmine. Spesso si tratta di atti sommersi, che avvengono tra le mura domestiche e che per numerosi e comprensibili motivi – paura di ripercussioni, sfiducia nelle forze dell’ordine, dipendenza economica, timori per i figli – non vengono denunciati”.
Soltanto le vittime di violenza sessuale sono state 5.452, il dato più alto degli ultimi quattro anni e ciò dimostra che la violenza di genere non è affatto in calo. Bisogna riconoscere che “il fenomeno non è imputabile a casi isolati, dovuti a situazioni eccezionali di disagi psicologici o sociali. Va riconosciuto come strutturale e come tale la strategia di contrasto deve mirare a educare la popolazione, dentro e fuori le scuole e guardare a un orizzonte più ampio e di lungo termine”.

Per quanto riguarda il piano normativo, il Focus di OpenPolis fa presente che il contrasto alla violenza contro le donne in Italia ha mancanze normative e politiche. “Serve una strategia di lungo periodo per cambiare la società, a partire da interventi educativi e formativi, dentro e fuori dalle scuole”.
Con il passare del tempo, le norme vigenti contro la violenza di genere in Italia hanno inasprito le pene, riconosciuto più reati e attivato servizi di supporto alle vittime. “Ma non basta per sradicare un fenomeno strutturale, che non tende a diminuire nelle sue diverse manifestazioni – afferma OpenPolis -. È necessario implementare interventi formativi sul lavoro, negli spazi pubblici e soprattutto rivolti all’educazione nelle scuole”.
4 le principali norme di contrasto alla violenza di genere in Italia. Per OpenPolis, come detto, “il quadro normativo vigente sul tema mira complessivamente all’inasprimento delle pene per i colpevoli, al rafforzamento della capacità di intervento delle forze dell’ordine, al riconoscimento di nuovi reati e allo sviluppo di servizi di supporto alle vittime. Per quanto diversi interventi possano essere valutati positivamente, non bastano a cambiare il paradigma sociale e culturale, in cui è radicata la violenza di genere. È necessario educare la popolazione, dentro e fuori dalle scuole”.

Inoltre, è operativa dal 26 luglio una commissione bicamerale d’inchiesta su femminicidio e violenza di genere, ma al momento non ha prodotto documentazioni o proposte di legge. “In passato invece l’omonima commissione al senato (nella XVIII legislatura) ha portato all’approvazione della legge 53/2022, che ha definito la raccolta di più dati e indicatori per inquadrare il fenomeno dei femminicidi. Un passaggio positivo, anche se a oggi a livello giuridico e statistico è ancora impossibile identificare con chiarezza il fenomeno”.

Per maggiori informazioni: il contrasto alla violenza di genere – Openpolis