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Il divario tra ricchi e poveri sta raggiungendo valori estremi mai toccati prima d’ora. I dati recenti pubblicati da Credit Suisse hanno reso noto che l’1% più ricco della popolazione mondiale possiede più ricchezza del resto del mondo..

 

 

Il nuovo Rapporto Oxfam 2016 “Un’economia per l’1%”, anche per l’Italia, dimostra come l’attuale disuguaglianza sia insostenibile e inaccettabile. Oxfam inoltre analizza come e perché ciò sia stato possibile.

 

62 super-ricchi detengono una ricchezza pari a quella della metà più povera del mondo.

Cinque anni fa le persone che avevano una ricchezza pari a quella del 50 per cento più povero della popolazione mondiale erano 388, nel 2014 erano 80, oggi sono appena 62. E se nulla cambierà, nel 2020 saranno solo in 11.

Oxfam inoltre ha calcolato che:

  • La ricchezza delle 62 persone più ricche è aumentata del 44% dal 2010 ad oggi, con un incremento pari a oltre 500 miliardi di dollari, arrivando a 1.760 miliardi di dollari.
  • Nello stesso periodo la ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale si è ridotta di poco più di 1.000 miliardi di dollari, –una contrazione del 41%.
  • Dall’inizio del secolo ad oggi la metà più povera della popolazione mondiale ha ricevuto soltanto l’1% dell’incremento totale della ricchezza globale, mentre il 50% di tale incremento è andato all’1% più ricco.
  • Il reddito medio annuo del 10% più povero della popolazione mondiale è cresciuto di meno di 3 dollari all’anno nell’arco di quasi un quarto di secolo, ovvero meno di un centesimo al giorno.

Oxfam si chiede, nel rapporto, come è potuto accadere che un’economia invece di operare per la prosperità di tutti, delle generazioni future e del pianeta, abbia creato un sistema a tutto vantaggio dell’1% più ricco.

 

Nel rapporto son presentate alcune cause ritenute da Oxfam tra quelle principali che favoriscono questo divario:

  • Uno dei fattori che favorisce quest’enorme concentrazione di ricchezza e reddito è il crescente divario tra la remunerazione del capitale e i redditi da lavoro.
  • Il ricorso a pratiche diffuse di abuso fiscale da parte dei detentori del capitale e la riduzione delle imposte sulle rendite da capitale hanno ulteriormente contribuito a tali guadagni.
  • Nel mondo del lavoro il divario tra lavoratore medio e dirigenti è rapidamente aumentato. Mentre la retribuzione di molti lavoratori è in stagnazione, quella dei top manager è aumentata enormemente.
  • La disuguaglianza è ulteriormente aggravata dal fatto che alcune imprese possono abusare di posizioni di monopolio e dei diritti di proprietà intellettuale per influenzare e distorcere il mercato a proprio favore, escludendo da esso i propri concorrenti e facendo lievitare i prezzi pagati dalla gente comune
  • Altro elemento cruciale secondo Oxfam è il frequente ricorso da parte delle imprese e dei super-ricchi alla rete globale dei paradisi fiscali. Tale sistema ha ricevuto una vera e propria legittimazione culturale, secondo la quale bassi livelli di imposizione fiscale a carico dei ricchi e delle imprese sono necessari per stimolare la crescita economica e sono quindi vantaggiosi per tutti noi. I meccanismi di elusione fiscale utilizzati a livello globale sottraggono energia vitale al sistema dello stato sociale nei Paesi industrializzati e privano i Paesi poveri delle risorse necessarie a combattere la povertà. Quasi un terzo (30%) del patrimonio degli africani ricchi, per un ammontare complessivo di 500 miliardi di dollari, è custodito offshore nei paradisi fiscali. Si stima che ciò costi ai Paesi africani 14 miliardi di dollari all’anno sotto forma di mancato gettito fiscale, una cifra sufficiente a coprire la spesa sanitaria che salverebbe la vita di 4 milioni di bambini e ad assumere abbastanza insegnanti da mandare a scuola tutti i bambini del continente.

 

Cosa fare?

Oxfam fa appello ai leader mondiali affinché si attivino per dimostrare che stanno dalla parte della collettività e per imprimere una battuta d’arresto alla crisi della disuguaglianza. Da salari dignitosi a una regolamentazione più efficace delle attività nel settore finanziario, sono molte le azioni che i decisori politici possono mettere in campo per porre fine all’economia dell’1% e iniziare a costruire un sistema dal volto più umano che vada a vantaggio di tutti.

 

Per approfondire scarica il Rapporto Oxfam 2016 “Un’economia per l’1%”

 

 

E in ITALIA cosa accade ?

Oxfam ha scomposto i dati a disposizione e ha realizzato una fotografia della disuguaglianza anche per l’Italia. Dal scheda nazionale risulta una situazione altrettanto preoccupante:

Nel 2015 la distribuzione della ricchezza nazionale netta vede il 20% più ricco degli italiani detenere il 67,7% della ricchezza nazionale, lasciando al 60% più povero dei nostri concittadini il 14% di ricchezza nazionale. L’1% più ricco degli italiani controlla il 23,4% di ricchezza nazionale netta.

 

Per approfondire scarica la Scheda Italia del Rapporto Oxfam 2016.

 

FONTE: OXFAM ONG