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Nella provincia di kananga, nel Kasai Occidentale, da agosto 2016 sono cominciati scontri cruenti tra forze ribelli e forze governative. La situazione è terribile, testimoni parlano di uccisioni e decapitazioni di massa. È di domenica scorsa l’appello di Papa Francesco che, alla recita dell’Angelus a Carpi, ha assicurato la sua “vicinanza a questa nazione” e ha esortato “tutti a pregare per la pace, affinché i cuori degli artefici di tali crimini non rimangano schiavi dell’odio e della violenza che sempre distruggono”.

Per un approfondimento della situazione vi rimandiamo a due articoli.

Sul sito di “Avvenire” potete consultare Africa. Uccisioni di massa in Congo, l’appello dei sacerdoti”. In questo contributo si riferisce che, secondo fonti bene informate, e testimonianze che giungono dalla Chiesa locale, in tutto il Kasai stanno avvenendo in questi giorni eccidi e decapitazioni ai danni dei ribelli. Lo stesso presidente Kabila avrebbe inviato nella regione alti esponenti dell’esercito con l’obiettivo di infiltrarsi tra i ribelli per boicottarne i piani. Fallito questo progetto, sono stati mandati veri e propri “tagliagole” che hanno avviato un progetto di decapitazione di massa, nel silenzio del governo.

Sul sito di “Radio Okapi”, una radio congolese molto seguita dalla popolazione locale, è stato pubblicato un articolo dal titolo “Omicidi a Kananga: Vice Governatore attende la relazione dei servizi di sicurezza”. In questo viene riportato che la Commissione Diocesana per le Comunicazioni Sociali di Kananga, una struttura della Chiesa cattolica, ha denunciato Giovedì 30 marzo 2017 “l’uccisione e saccheggio” commessi dalle forze di sicurezza nel territorio di Nganza, della città di Kananga.

Esprimiamo forte preoccupazione per la popolazione locale, e auspichiamo che l’appello del Papa non rimanga inascoltato.