Da “Seguimi News”  di dicembre 2016

di Giovanna Merialdo, alunna del Liceo Montale.

 

Il gruppo #Basìl è un’esperienza di volontariato giovanile della Comunità Seguimi a Roma.

 

In un giorno di scuola, uno come un altro, la nostra professoressa di religione ci ha proposto di cominciare un’esperienza di volontariato, dando così, almeno dal mio punto di vista, un pizzico di colore alla monotonia della mattinata in classe.

Il mio primo pensiero è stato rivolto al tempo, mi sono subito chiesta se ne avessi avuto davvero abbastanza. Dopotutto tra la scuola, la danza, gli amici e i mille altri impegni sarei riuscita, senza trascurare niente, a dedicare me stessa e il mio tempo all’altro”?

Non ci ho messo molto a darmi una risposta, ho pensato che in fondo questa esperienza mi avrebbe fatta sicuramente crescere e maturare, insegnandomi a leggere una sfaccettatura della vita che ancora non conoscevo.

Al primo incontro col gruppo #Basìl, con il quale ho intrapreso il mio percorso di volontariato, ci è stato chiesto, a me e gli altri compagni, di scrivere su un cartellone il motivo della nostra decisione.Seguimi - Gruppo #Basil Logo

 

A colpirmi sono state le risposte date da altre persone che avevano già avuto questo tipo di esperienza, e tra queste una in particolare: “perché gli altri siamo noi”. Ho capito più profondamente il significato di questa affermazione solo dopo aver fatto un’ora di strada per arrivare all’Opera don Calabria, essermi messa il grembiule e servito in una mensa dalle 11:00 di mattina alle 2:00 del pomeriggio, sporcandomi le mani e stando a lungo in piedi. In fondo chi è l’altro? Una ragazza timida, probabilmente della mia età, che con un filo di voce chiede la minestra piuttosto che gli spaghetti e si va a sedere in disparte? Un signore che con tono arrogante si lamenta del fatto che non può prendere una seconda fetta di pane? O un padre divorziato che porta i suoi bambini a mangiare a mensa e che forse dormirà in macchina dopo averli riportati dalla madre?

Io potrei essere uno di loro, ed uno di loro potrebbe servire me.

 

Questa esperienza, che mi ha accompagnata durante tutto l’anno scolastico, con un impegno quindicinale, sicuramente è stata avvalorata dal fatto di averla condivisa con un gruppo di quasi 50 ragazzi coetanei e dall’accompagnamento sensibile e attento degli educatori.