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di Giusy, Antonello e Sandeep

coppia adottiva presso il CBF di Portici, AIS Seguimi Onlus e Ass. Nadia Onlus

Ho pensato e ripensato a questo incipit migliaia di volte. Ogni volta che ho tentato di raccontare la nostra storia sono andata in crisi e mi sono chiesta il perché di questo blocco. Forse perché parlare della felicità che viviamo quotidianamente, un po’ cozza con la realtà che ormai ci affligge da più di un anno. Qualcuno potrebbe quasi trovarlo sgradevole o inopportuno.

La nostra testimonianza vuole invece essere un invito alla speranza per tutti quei genitori che ancora sono in attesa e che, scoraggiati e sfiduciati, temono di non poter abbracciare i loro figli. Vi esortiamo a non mollare, cari mamme e papà in attesa perché i vostri figli, ovunque essi siano, vi stanno aspettando, come ha atteso noi il nostro magnifico Sandeep.

Un magnifico e splendido bambino che è entrato prepotentemente nel nostro cuore nel marzo del 2019.

Non ricordiamo esattamente se fosse il 17 o il 18 marzo, ma ricordiamo la telefonata che ricevemmo quel giorno, come se fosse oggi, e soprattutto le parole e la voce, timidamente emozionata, di Consuelo, ai tempi la psicologa di Nadia Onlus, con la quale avevamo cominciato nel 2017 il nostro percorso adottivo, che ci diceva: “Questa è la volta giusta! È arrivato il vostro abbinamento. Si tratta di un bimbo maschio di tre anni”.

Poche parole, ma chiare: stavamo diventando “mamma e papà”. Al solo ricordo il cuore batte ancora all’impazzata e le lacrime ci rigano ancora il volto. Oggi, più di allora, sono lacrime di felicità perché quel bimbo, tanto atteso e desiderato, è qui con noi.

Siamo stati inondati da una felicità estrema, mista a smarrimento poi tramutatosi in ansia, preoccupazione per l’avvenire. D’altronde con quella telefonata era iniziata la nostra “gestazione lunga”, e vi assicuriamo che, se non ci fosse stato il supporto psicologico, umano ed emotivo dell’associazione Nadia Onlus, non so come avremmo fatto ad attendere quasi un anno per coronare il sogno di abbracciare quello che già nella testa e, soprattutto nel cuore, era nostro figlio. Ci è voluto quasi un anno da quella telefonata per conoscere e finalmente stringere forte al petto quello splendido birbante che avevamo visto in quella piccola foto e in quei brevi video che erano diventati le “nostre ecografie” (così le definisco io un po’ romanticamente).

Ci siamo imbarcati per Delhi il 22/02/2020 e siamo tornati in “tre” il 7/3/2020. Il 9 l’Italia tutta, da Nord a Sud, è entrata in lockdown. Se qualcuno si sofferma su queste due date penserà che si tratta di uno scherzo, di una bufala e invece no. Siamo partiti proprio durante la prima ondata, mentre tutto il mondo veniva investito da questo virus subdolo, invisibile, spietato, che ha lasciato la vita in sospeso di tante coppie in attesa di poter partire per il viaggio della vita.

Quel viaggio che segna un “nuovo inizio”, quel viaggio in cui si fanno le “capriole emotive” (espressione che ho mutuato da una dottoressa che ci ha accompagnato nel nostro percorso adottivo). Guai a noi se non avessimo frequentato quegli incontri durante l’attesa! Oggi saremmo meno preparati e pronti nel fornire un sostegno emotivo a nostro figlio. Grazie alla professionalità, alla tenacia e al sostegno degli Enti Nadia Onlus e International Adoption, nelle persone della dott.ssa Claudia Cuollo (referente della sede di Portici) e della dott.ssa Margherita Cipone (referente di International Adoption), siamo riusciti, nonostante tutti gli ostacoli e le lungaggini burocratiche che abbiamo dovuto affrontare, a completare la nostra famiglia con l’arrivo del nostro sole: Sandeep. Un monellino piccolo e mingherlino, dalla carnagione color ambra, con due occhi neri vispi e profondi, un concentrato di curiosità e gioia che ha stravolto, ormai da un anno, la nostra quotidianità con risate fragorose, sorrisi generosi, marachelle a raffica, capricci, e qualche provocazione, piccole conquiste, di un rapporto che si sta sempre più consolidando e rafforzando. Quando il nostro sguardo incrocia il suo, ci chiediamo come abbiamo fatto a vivere senza di lui per tutto questo tempo (io e Antonello siamo sposati da 15 anni e ci conosciamo da 20), eppure tutta quell’attesa, come ci dicevano durante gli incontri, è diventata solo un piacevole ricordo. Perché l’attesa, se usata bene, non è un tempo vuoto, ma un’occasione di preparazione, di costruzione e di accoglienza per quel bimbo, in carne ed ossa, che scorrazzerà nelle nostre case. Vogliamo concludere questa nostra piccola testimonianza porgendo un augurio sincero a tutti i papà e mamma in attesa prendendo in prestito le parole di Romano Battaglia: “Non stancarti mai di aspettare, perché il giorno più bello della tua vita può arrivare domani”.

Scarica larticolo pubblicato sul N. 42 Giugno 2021 di Seguimi News (formato pdf)