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È stata presentata il 1° aprile 2022 la V edizione del Rapporto “La povertà a Roma 2021: un punto di vista false ripartenze?” dalla Caritas di Roma. Questo Rapporto, in 154 pagine, esamina la situazione socio-economica di Roma e mostra gli effetti della pandemia. Inoltre, documenta le molteplici iniziative promosse dalle parrocchie di Roma negli ultimi due anni della pandemia. In particolare, i dati sugli aiuti alimentari, la distribuzione dei buoni spesa, le mense sociali, focus sulle proposte della Caritas riguardo agli ambiti del lavoro…

Nel Rapporto si legge che una persona su quattro a Roma (il 23,6%) vive in uno stato di “disagio economico”, il 10,3% è in “grave deprivazione materiale”, il 14,1% è a rischio povertà, il 6% “arriva con fatica a fine mese”. Il 41,1% dei cittadini ha un reddito pari o inferiore a 15mila euro mentre il 2,4% guadagna più di 100mila euro. Dal punto di vista del lavoro, si nota che “Roma vanta un tasso di occupazione del 69,9%, sette punti più alto della media nazionale, anche se va considerata l’elevata quota di mancata partecipazione al lavoro (14,4% del totale) e l’elevata precarizzazione. Osservando l’incidenza dei lavoratori che hanno contratti a termine da più di 5 anni, si nota infatti che a Roma il tasso è pari al 21%, una condizione che riguarda coloro che si trovano nella cosiddetta trappola della precarietà”. Ancora più preoccupante “è la condizione dei giovani, dove i Neet, coloro che non studiano, non lavorano e non sono in cerca di lavoro, sono il 19,9% del totale”. Inoltre, si legge dal Rapporto che la pandemia Covid-19 ha colpito in numerosi casi “chi già era escluso o sfruttato: gli aiuti, in molti casi, non hanno raggiunto coloro che ne avevano bisogno più di altri, le politiche per fronteggiare l’emergenza hanno fatto passare in secondo piano le emarginazioni che sono più gravi perché già presenti da decenni nel tessuto sociale della città. È proprio il caso di dire che la pandemia ha aggravato ed esteso delle ‘piaghe’ umane e sociali, alle quali, nel corso di numerosi anni, ci si è andati quasi assuefacendo, invece di fare uno scatto in avanti nell’assunzione delle proprie responsabilità – individuali e collettive – e nella capacità di prevenire o almeno affrontare le cause a monte di troppe situazioni di emergenza”.

Per scaricare e leggere il Rapporto completo (formato pdf)