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Macron alla Conferenza sul Futuro dell’Europa alla sessione plenaria del Consiglio d’Europa del 9 maggio 2022

Macron è intervenuto alla plenaria in qualità di presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea. Sulla stampa e sui social media italiani ci sono state diverse versioni “distorte” delle parole di Macron pronunciate il 9 maggio al Consiglio d’Europa. Quasi tutte tese a far risaltare la divisione in Europa, e tra Europa e Stati Uniti, sulla reazione alla guerra in Ucraina. Ecco il perché di questo articolo: leggere insieme la versione originale del discorso. È importante a mio avviso attingere direttamente la fonte (1), per avere una cognizione piena dei fatti e non delegare troppo alle semplificazioni guidate dai vari mezzi d’informazione (in special modo dai social). La semplificazione distorta più diffusa e condivisa delle parole di Macron, a mio avviso, è risultata la seguente: “per avere la pace, Macron chiede di non umiliare Putin”, questa la sintesi di maggior parte della stampa e dei social. Da questa semplificazione sono cominciate centinaia di dichiarazioni polemiche contro l’approccio dell’Unione Europea, del nostro governo, degli Stati Uniti, per non parlare della NATO, degli alleati atlantici e di tutti quelli che in modo fermo stanno sostenendo, anche con invio di attrezzature militari, la resistenza del popolo e dell’esercito ucraino a questa criminale invasione. Ecco invece la versione originale di questa parte del discorso di Macron: “Perché quando la pace tornerà finalmente sul suolo europeo, dovremo costruire i nuovi equilibri di sicurezza e assieme non dovremo cedere né alla tentazione dell’umiliazione né allo spirito di vendetta”. Vi sembrano versioni uguali? Oggettivamente no! Hanno due significati completamente diversi e infatti a seguire vedremo il significato del vero discorso sviluppato da Macron. In tal modo è possibile andare più a fondo (per chi lo voglia fare) e “resistere” ad un certo operato informativo, chiaramente finalizzato a cercare di deviare, depistare, confondere e infine manipolare l’opinione pubblica italiana, e non solo.

Torniamo al discorso di Macron. In questa presentazione metto in evidenza soprattutto i passaggi, per me, più significativi relativi alla guerra di aggressione all’Ucraina scatenata dalla Russia e alle conseguenze per il futuro dell’Europa.

Macron comincia con questa opportuna citazione:

La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi proporzionali ai pericoli che la minacciano”. Queste parole di Robert Schuman, il 9 maggio 1950, sul contributo che un’Europa viva deve apportare alla civiltà, sono più importanti che mai. Questi sforzi creativi sono proporzionali al momento che stiamo vivendo, e oggi, forse, sono ancora più necessari di ieri. Lo sono in un momento in cui è ritornata la guerra sul nostro continente, in un momento in cui un popolo europeo, il popolo ucraino, si batte per la libertà

La citazione di Schuman è la stessa che ha usato il nostro Presidente Mattarella alla plenaria dello stesso Consiglio d’Europa il 27 aprile scorso. Ottima coincidenza, molto ben augurante.

Di seguito un altro passaggio fondamentale per capire bene la portata del discorso di Macron, tutt’altro che tenero nei confronti di Putin che nel discorso, però non ha mai avuto l’onore di essere nominato direttamente, al contrario di Zelensky che vi è nominato più volte –

 

Oggi, in questo 9 maggio, la libertà e la speranza nel futuro hanno il volto dell’Unione europea. È in nome di questa libertà e di questa speranza che sosteniamo e continueremo a sostenere l’Ucraina, il suo presidente, Volodymyr Zelensky, e il popolo ucraino. Qual è il nostro obiettivo dinanzi alla decisione unilaterale della Russia di invadere l’Ucraina e di aggredire il suo popolo?  Far cessare questa guerra al più presto, fare tutto il possibile affinché l’Ucraina possa alla fine resistere e la Russia non abbia la meglio, preservare la pace sul resto del continente europeo ed evitare qualsiasi escalation

Tale passaggio rivela una posizione molto netta, non certamente remissiva o morbida, a differenza di quanto riportato da moltissimi commenti che, artatamente, volevano far apparire le espressioni di Macron più concilianti in opposizione a quelle della UE e della NATO rappresentate come maggiormente aggressive, quasi guerrafondaie.

Macron ripropone un programma molto preciso, da sviluppare a livello europeo e della NATO:

– l’Ucraina deve essere aiutata a resistere contro l’occupazione,

– affinché la Russia non possa vincere (e quindi per far vincere l’Ucraina)

– al fine di far cessare la guerra al più presto ed evitare escalation a livello europeo

Anche Macron, senza alcun tentennamento, vede la cessazione della guerra quindi come un risultato di un lavoro di rafforzamento dell’Ucraina e di indebolimento della Russia. Diversamente una trattativa di pace rimarrebbe un semplice appello e un pio desiderio. È molto evidente a questo punto che le dichiarazioni del presidente francese, come è ovvio, sono pienamente allineate con quelle rese dalla UE e dalla NATO. Quindi, nessuna divisione o distinguo.

Dopo aver delineato con fermezza e nettamente il ruolo da giocare per fermare la Russia, Macron continua ancora con più chiarezza sulla questione dell’integrità territoriale e sui soggetti protagonisti dei possibili negoziati per far cessare il fuoco e costruire un percorso di pace. Ecco le sue parole:

Affinché questa guerra possa finire, abbiamo deciso di applicare delle sanzioni senza precedenti, per ostacolare in maniera duratura le fonti di finanziamento della guerra in Russia. Per sostenere l’Ucraina, abbiamo mobilitato, come non era mai accaduto, degli importanti mezzi militari, finanziari, umanitari, e dobbiamo aumentare i nostri sforzi per mettere in pratica una risposta efficace in materia di sicurezza alimentare. Continueremo a farlo. Affinché la giustizia possa parlare, lottiamo e lotteremo contro l’impunità dei crimini inqualificabili commessi dalla Russia in Ucraina. Ciò tuttavia non vuol dire che siamo in guerra contro la Russia. Operiamo in veste di europei per la preservazione della sovranità e dell’integrità territoriali dell’Ucraina, per il ritorno della pace sul nostro continente. Spetta soltanto all’Ucraina definire i termini di negoziazione con la Russia. Ma il nostro dovere è essere al suo fianco per ottenere il cessate-il-fuoco e costruire la pace

Anche questo passaggio non dà adito ad alcun dubbio, ecco gli aspetti determinati:

1) punire i crimini commessi dalle forze di occupazione russe;

2) preservare l’integrità e la sovranità territoriale dell’Ucraina. La Russia non può infrangere le norme del diritto internazionale;

3) solo l’Ucraina può definire i termini di negoziazione con la Russia;

4) stare saldi al fianco dell’Ucraina per ottenere un cessate-il-fuoco.

Passiamo adesso ad una delle frasi più citate (distortamente) di questo discorso:

Poi, da europei, ci saremo per ricostruire l’Ucraina. Sempre. Perché quando la pace tornerà finalmente sul suolo europeo, dovremo costruire i nuovi equilibri di sicurezza e assieme non dovremo cedere né alla tentazione dell’umiliazione né allo spirito di vendetta. Perché nel passato hanno già fatto troppi danni per i cammini della pace

Macron, come è evidente, non sta chiedendo di non umiliare Putin, come alcuni commentatori hanno voluto insinuare. Nel discorso si fa menzione a quando la pace sarà raggiunta, cioè a quando la guerra sarà terminata, quindi non riguarda la fase in corso. Il significato di questo passaggio è ben altro. Con il termine umiliazione il riferimento storico è evidente: si fa riferimento all’umiliazione subita dalla Germania dopo essere stata sconfitta nella Prima Guerra Mondiale. Infatti, con il trattato di Versailles del 1919, che mise fine alla guerra, le nazioni vincitrici, tra le quali in primo piano proprio la Francia, imposero alla Germania sanzioni economiche per le spese di riparazione e cessioni territoriali oltremodo ingenti, anche a scopo punitivo. Molti storici sostengono che tali eccessive punizioni economiche e territoriali, invece di mettere fine ai contrasti europei, hanno determinato piuttosto ulteriori elementi destabilizzanti, amplificando i contrasti che in seguito hanno contribuito pesantemente alla maturazione della Seconda Guerra Mondiale. In questo quadro storico, alcuni osservatori ritengono che Macron abbia voluto inviare un messaggio tranquillizzante al popolo russo e al suo più largo establishment, chiarendo che non è certamente desiderio dell’UE umiliare e punire la Russia per le scelte scellerate di Putin e della sua più stretta cerchia.

Nei passaggi successivi Macron poi si concentra su due aspetti fondamentali per il futuro scenario europeo determinato dalla guerra della Russia contro l’Ucraina e a causa di tutto quello che potrà comportare.

Macron identifica due esigenze principali su cui lavorare:

1) maggiore indipendenza e sovranità europea;

2) maggiore efficacia delle democrazie.

Ecco le sue parole:

distinguono due esigenze su cui voglio soffermarmi in maniera particolare: quella dell’indipendenza e dell’efficacia, senza le quali non c’è legittimità nelle nostre democrazie

Affrontando il primo aspetto dell’Indipendenza chiarisce bene il rapporto tra “apertura” e “sovranità”:

Più indipendenza europea, più sovranità: è ciò di cui abbiamo bisogno (…) Il progetto di un’Europa padrona del proprio destino, libera nelle sue scelte, di un’Europa potenza aperta sul mondo, ma dove vogliamo scegliere i nostri partner e non dipendere da loro, è il cuore della nostra missione. Restare aperta senza essere dipendente è la condizione per continuare il progetto europeo e delle nostre democrazie

Il primo asse identificato da Macron per una maggiore sovranità delle democrazie europee è la difesa militare, la capacità di difendersi e di difendere i principi dello stato di diritto e delle democrazie. Ecco le parole:

In materia di difesa … investire in modo ancora più massiccio, identificare le capacità da forgiare e costruire in questo senso delle filiere industriali europee, prepararci a nuove forme di conflittualità, che si tratti di spazio, di cyber, di mare, e proteggere meglio i paesi qui presenti che sono alla frontiera dell’Unione europea. È un nostro dovere dinanzi a un nuovo rischio, a una nuova minaccia che si è trasformata nelle ultime settimane. Tutto ciò che difendiamo oggi diventerà lettera morta se nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, da europei, non sapremo rendere credibile la nostra capacità di difenderci, con le nostre cooperazioni, i nostri alleati e le nostre alleanze, e di difendere in particolare il nostro fianco orientale

Il riferimento al fianco orientale è chiarissimo.

Il secondo asse che mette in elenco è l’indipendenza energetica dalla Russia. Su questo argomento si pronuncia nel modo seguente:

In materia ecologica, lo avete scritto in maniera perfetta, dobbiamo uscire al più presto, e la guerra ce lo impone, dalle energie fossili. Significa allo stesso tempo rispondere alla nostra agenda climatica, essere più sovrani e mettere la Russia di fronte alle sue responsabilità. La guerra in Ucraina e la nostra volontà di uscire dalla nostra dipendenza dalle energie fossili russe ci porta a dover essere ancora più ambiziosi sul piano climatico. Dobbiamo investire maggiormente nelle energie rinnovabili e nell’energia nucleare…

Il terzo asse strategico per una maggiore indipendenza è quello della sovranità alimentare, anche per evitare carestie e destabilizzazione mondiali dovute alle crisi alimentari. Ecco come presenta il tema:

Dobbiamo anche ritrovare la nostra indipendenza alimentare. La guerra in Ucraina destabilizza profondamente le catene di approvvigionamento e i mercati mondiali. Da europei, dobbiamo rivalutare le nostre strategie di produzione per difendere anzitutto la nostra sovranità alimentare e la nostra sovranità proteinica. Ma anche per poter definire e rivalutare una strategia nei confronti del resto del mondo. Evitare le carestie, le destabilizzazioni geopolitiche

Infine, Macron affronta il tema dell’indipendenza democratica e informativa. Garantire la libertà e l’integrità delle informazioni sul territorio europeo è forse la sfida più importante per una sovranità democratica dei popoli europei. Garantirsi dalla manipolazione delle informazioni equivale a assicurare la vera libertà d’informazione. Ecco le sue parole:

Indipendenza democratica e informativa infine (…) ciò che siamo veramente: una potenza civica e democratica. E non c’è nessun equivalente al mondo, nessuno. Dobbiamo continuare a far vivere questa potenza civica difendendo la libertà e l’integrità delle informazioni che vengono scambiate sul nostro territorio, difendendo l’integrità dei nostri processi democratici, difendendo ovunque sul nostro suolo la democrazia e lo stato di diritto. È ciò che riviviamo attraverso il combattimento eroico dei nostri fratelli ucraini. La democrazia è fragile, lo stato di diritto è precario. Dobbiamo essere capaci di ricostruirne la forza attraverso nuovi impegni. La nostra indipendenza e la nostra sovranità sono le condizioni per la nostra libertà.

Molto bello il riferimento alla lotta ucraina come declinazione eroica della lotta per la difesa dell’integrità dei processi democratici e delle libertà.

Prima di concludere, vorrei segnalare un altro passaggio molto importante per noi italiani, ma scarsamente evidenziato dalle nostre agenzie informative. Macron, con grande senso di umiltà e gratitudine, esprime un importante riconoscimento al nostro presidente del Consiglio Mario Draghi riferendosi a quando era presidente della Banca Centrale Europea (BCE). Ecco le sue parole di profondo riconoscimento:

Quando guardo indietro agli ultimi 15 anni, mi rendo conto che siamo stati troppo lenti nel reagire alla crisi economica e finanziaria. Il Portogallo e molti altri paesi hanno vissuto dei drammi. Prima ci siamo divisi, poi siamo ricaduti nei nostri egoismi nazionali, ci siamo accusati l’un l’altro, non abbiamo fornito una risposta comune e abbiamo sostanzialmente detto alle persone di adattarsi a una realtà e a una crisi finanziaria che, vi ricordo, è stata importata da oltre l’Atlantico. L’unica risposta è venuta – dobbiamo essere umili – dalla Banca centrale europea e dalla famosa formula “whatever it takes” pronunciata da Mario Draghi.

E concludo con questa frase del discorso di Macron che ritengo altamente significativa per il momento storico che stiamo vivendo:

L’Ucraina, grazie alla sua lotta e al suo coraggio, è già oggi un membro centrale della nostra Europa, della nostra famiglia, della nostra unione

(1) Per chi vuole, a questo link Macron Consiglio d’Europa 9 maggio 2022 può scaricare il testo integrale del discorso.

Autore: Dino Sbreglia, sociologo e Coordinatore Generale dell’AIS Seguimi onlus